– 07-07-2021 Tg24.info –

(di Anna Ammanniti) La dott.ssa Teresa Petricca dell’associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia, specialista pneumologo, spiega gli effetti dell’inquinamento della Valle del Sacco e i problemi che un insediamento come il biodigestore può avere sulla salute umana.

L’associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia da tantissimi anni si occupa dei problemi legati all’inquinamento in una terra tanto bella quanto martoriata come la Ciociaria. La dott.ssa Teresa Petricca interviene raccontando innanzitutto i dati preoccupanti sulle patologie che riguardano gli abitanti della Valle del Sacco ed Anagni, dati emersi da indagini effettuate a livello nazionale ed internazionale. La dott.ssa spiega allo stesso tempo le malattie che provocano i cosiddetti biodigestori.

Inquinamento e patologie in provincia di Frosinone, cosa dicono i dati?

I dati legati alle patologie causate dall’inquinamento della Valle del Sacco sono piuttosto preoccupanti. Si aggiunge la volontà di alcuni politici di permettere l’insediamento di mega impianti di rifiuti che andranno a peggiorare la situazione non solo ambientale, ma anche la salute. I dati del Dipartimento Epidemiologico del Lazio, riguardanti la mortalità del capoluogo a seguito della criticità sanitaria dovuta dalla pandemia Covid 19, riferita al mese di ottobre 2020, fa registrare un incremento di morti del 43%. Gli altri dati riportati dal Dep Lazio nel rapporto sull’andamento della mortalità giornaliera nelle città italiane ci fa registrare una variazione percentuale della mortalità totale di più 81% nel mese di marzo 2021. Il tutto a significare una vulnerabilità e una fragilità sanitaria dei cittadini nostri, dove lo stesso evento determina degli aggravamenti di patologie e degli incrementi di decessi di gran lunga superiori alle altre città comparate a Frosinone. Questo significa che c’è una criticità ambientale che riflette sulla popolazione. Da segnalare anche una nota preoccupante che è emersa adesso, pubblicata lo scorso 21 maggio, che riguarda lo studio Fourth Fertility finanziato dal ministero della Salute condotto all’hub di Salerno con la partecipazione dell’Istituto Superiore della Sanità e di diverse università italiane. Sono stati esaminati 350 giovani sani, maschi, di età compresa tra 18 e 22 anni. Né fumatori, né bevitori e né esposti professionalmente ed omogenei rispetto di l’indice di massa corporea. Esaminati giovani di tre aree ad alto inquinamento: Brescia, Valle del Sacco e Terra dei Fuochi. È stato studiato il parametro seminale, in particolare è emerso che i parametri peggiori in termini di qualità seminale sono stati riscontrati proprio nei giovani della Valle del Sacco. Sono stati trovati dei composti organici volatili, i famosi COV, nel sangue e nelle urine, ma soprattutto nello sperma dei giovani. Si è potuto verificare per la prima volta come questi composti tossici si accumulano maggiormente nel liquido seminale rispetto le altre matrici esaminate, ossia sangue ed urine. Confermando il ruolo del liquido seminale come bio accumulatore, sensore precocissimo di inquinamento ambientale. Le concentrazioni maggiori di COV sono state ritrovate maggiormente nel liquido seminale dei giovani della Valle del Sacco rispetto addirittura a quelli della Terra dei Fuochi. Sono state rilevate delle alterazioni in termini di composizione del liquido seminale, al di fuori anche dei parametri previsti dall’Oms e si è visto che la maggiore presenza di queste sostanze inquinanti presenti nel liquido seminale dei giovani ciociari coincide con una qualità peggiore del liquido seminale degli stessi. L’inquinamento della Valle del Sacco sta rendendo infertili i nostri giovani, sta aggredendo la capacità riproduttiva.  Questa è una notizia scandalosa perché io credo che qualsiasi madre dovrebbe veramente agire direttamente con una modalità di rivolta verso chiunque, verso le istituzioni.

Noi dobbiamo considerare che l’Arpa Lazio sulla qualità dell’aria di Frosinone per il 2020 ha dato una situazione che si attesta fuori norma rispetto le leggi vigenti e le normative europee in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria, volti a prevenire e a ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente. Nel 2020 l’Arpa ha dichiarato che la stazione di Frosinone ha registrato 77 superamenti. L’Arpa giudica superati i famosi 35 giorni ammessi, le amministrazioni comunali e in particolare Frosinone ed Anagni hanno ritenuto necessario, per fare una valutazione ulteriore della qualità dell’aria più parcellizzata, affidarsi al sistema Ancler con le centraline a rilevamento multiplo per poter arrivare a gestire il rapporto tra PM e malattie. Cosa si verifica in questi due comuni adesso? I biodigestori! un VIA che è già stato approvato ad Anagni zona di grosso inquinamento. Siamo SIN! Proprio per questo le amministrazioni avevano ritenuto importante valutare maggiormente lo stato dell’aria, a parte lo stato dell’acqua e del suolo. Ad Anagni per esempio l’inquinamento aereo sarà ulteriormente aggravato, perché l’inquinamento aereo ad Anagni, come abbiamo visto appunto attraverso l’utilizzo delle centraline capillarizzate Ancler, è legato prevalentemente all’azione del traffico considerato che c’è l’autostrada. A questo punto andava ricordato da parte di chi ha detto si all’impianto, che il biodigestore comporterà un traffico immenso di autotreni, che sarà significativo in termini di inquinamento. Oltre l’inquinamento che deriverà dal traffico, significati saranno i solforati, senza mai dimenticare che nel 2016 il Dep Lazio ha indicato nei bambini della Asl di Frosinone la maggiore prevalenza di accesso al pronto soccorso presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma per asma. E noi intendiamo mettere il biodigestore? Ricordiamoci sempre che siamo Sin! Non vogliamo dire no ai biodigestori perché siamo contro il progresso, potremmo essere a favore di un biodigestore che vada a configurare una necessità del territorio, un biodigestore piccolo di 4 mila tonnellate di Frosinone, un biodigestore piccolo per le 2 mila tonnellate di Anagni, ma non possiamo accettare che per il profitto di pochi si realizzino 84 mila tonnellate di digestato per Anagni! 84 mila contro 2 mila, quindi da dove verranno gli altri 82 mila? Come 50 mila a Frosinone contro i 4 mila necessari. Non possiamo nemmeno accettare che si parli di occupazione, perché lo sappiamo tutti che il biodigestore comporta un’occupazione che è irrisoria, che è giusto confondente sui deboli, su coloro che poverini non hanno cultura, e la cui cultura non viene fatta crescere di proposito.

Oltre alle malattie dei bambini, andiamo a parlare anche delle cardiopatie ischemiche che a Frosinone sono aumentate nel bimestre ottobre- novembre 2020, rispetto al bimestre ottobre-novembre 2019 abbiamo avuto un incremento di più 67% di cardio-ischemiche con una riduzione dell’età media che è passata da 70 a 63 anni. A Frosinone nel 2016 dai dati del Dep Lazio è emersa una percentuale di mortalità per patologie del sistema circolatorio del 44,5% rispetto al 36,3% della Regione Lazio.

Siamo una realtà malata, non è che rifiutiamo il biodigestore per non ammalarci, noi siamo già malati non possiamo ricevere più nulla di emissioni. Io vorrei trovare un solo medico che possa dire si al biodigestore! Al biodigestore può dire si il politico, l’ingegnere che lo ha progettato, lo potrà dire il falso ambientalista che magari si raccorda ad incentivi per promuovere la cultura del biogas, ma certo non lo può dire un medico e la mamma di un bambino malato.

Quali malattie può causare il biodigestore?

Il biodigestore si inquadra perfettamente sulle malattie respiratorie! Le più grosse sollecitazioni a carico dell’apparato respiratorio in termini di inquinanti vengono proprio dai solforati, più solubili a livello delle vie respiratorie. In California e negli Stati Uniti esistono proprio delle strutture a salvaguardia dell’inquinamento da solforati. Noi passeremo quindi da uno smog quale è quello attuale, a uno smog fotochimico, perché queste sostanze si aggregheranno nel nostro particolato e andranno a costituire un aumento ulteriore di quelle malattie che sono già elevate in percentuale. Ricordiamo il test fatto dall’associazione Medici per l’Ambiente nel 2015 e inizio 2016, effettuato su 3500 cittadini di Frosinone. Dallo studio è emersa la presenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva in percentuale con prevalenza tripla rispetto alle altre città di Italia e l’asma in percentuale doppia. Questo è un dato estremamente significativo e si tratta di malattie, quelle respiratorie che agiscono in modo più immediato, ma ci saranno i danni nel tempo al DNA, che saranno responsabili dello scatenamento anche di malattie tipo i tumori.

Inoltre avremo la ricaduta a terra di piogge acide e la trasformazione del nostro inquinamento in inquinamento fotochimico, che ora non abbiamo. Tra l’altro abbiamo tutta la situazione del processo di trasformazione che viene fuori dalla biodigestione, con la conseguente composizione di batteri pericolosi che fanno parte del biodigestato. Infatti quest’ultimo, contrariamente come si dice, non potrà esser impiegato sui terreni.

Il sindaco di Anagni ha affermato che l’inquinamento ad Anagni non è così preoccupante, cosa ne pensa?

Anagni si sta trasformando in città dei papi in città dell’immondizia. Il sindaco viene a dire che ha fatto effettuare dei carotaggi. Ma 5-6 carotaggi non attestano che non c’è più inquinamento! I valori dell’aria, la presenza del lindano nelle acque, la presenza di prodotti tossici nel terreno attestano l’inquinamento! Le malattie attestano l’inquinamento! Dobbiamo ricordare che Anagni sta ancora lottando per i morti e per i malati della Marangoni! Dobbiamo ricordare che lì c’è stato anche un inquinamento da diossina e che grazie anche all’associazione Medici per l’Ambiente che ha speso la perizia, c’è il rinvio a giudizio di coloro che dirigevano la Marangoni. Quindi il sindaco di Anagni non può a mio avviso giustificare questo impianto inventandosi un territorio pulito. Perché noi siamo anche iscritti tra i 13 territori che l’Ispra definisce territori di fascia A, di grosso inquinamento. A questo punto allora o l’Ispra, l’Arpa le istituzioni dicono bugie, o gli studi parlano falso, non è vero che c’è l’infertilità, non è vero che le nostre donne muoiono di cancro al seno per effetto del lindano, laddove queste donne non avevano fattori di rischio per il cancro al seno, tutto questo è falso e quei famosi carotaggi fatti dal sindaco possono essere sostitutivi di fronte questa tragedia. Ma tutto questo per fare cosa? Per mettere un biodigestore ad Anagni di 84 mila tonnellate contro una necessità della città di ben 2 mila tonnellate. Da dove arriverà l’immondizia?  A Frosinone a fronte di 4 mila tonnellate prodotte si vuole costruire un biodigestore che lavora 50 mila tonnellate. Siamo i signori dell’immondizia, aspettando che a Patrica venga fuori l’altro biodigestore che ne smaltirà altre 100 mila, a quanto siamo già arrivati? A 234 mila tonnellate di immondizia l’anno e non dimentichiamo quello previsto per Colleferro, arriveremo a 500 mila tonnellate, evviva la valle dell’immondizia! A favore di chi? Del profitto di pochi! Allora a questo punto mi chiedo: dal proprio sindaco ci si aspetta un NO allo schifo, ma alla fine è la Regione Lazio che decide. Dobbiamo capire da dove arriva la tragedia! In Regione Lazio qualcuno si prenderà la responsabilità di firmare sia ad Anagni che a Frosinone una malaugurata autorizzazione! Queste persone che firmeranno potranno essere tranquille? Ci si può portare sulla coscienza morte e malattie?

Teniamo conto che la terza conferenza dei servizi per il biodigestore di Frosinone ci sarà il 15 luglio e diciamo purtroppo e menomale siamo arrivati a questa data per le note vicende giudiziarie che hanno portato agli arresti la Tosini, cioè colei che era autorizzata a definire le Valutazioni di Impatto Ambientale. Ma andrebbe considerato che dato che le note vicende giudiziarie sono ancora aperte, forse non sarebbe stato il caso di ripartire dalla rivalutazione di questi processi? Visto che siamo stati in mano a persone che finora non ci hanno dato grossa credibilità? A noi come medici preme soprattutto ricordare che siamo una popolazione malata! Vado anche a puntualizzare che nonostante tutto non abbiamo ancora un Registro Tumori! Quindi non abbiamo neanche il diritto di essere catalogati dal punto di vista epidemiologico. Senza avere la catalogazione epidemiologica dei tumori, dalla Regione che cosa fanno? Ci vengono a parlare di biodigestori per smaltire nella provincia di Frosinone 250 mila tonnellate, quando tutta la provincia ha bisogno di smaltirne solo 40 mila. Se la biodigestione la vogliono considerare come un processo di riorganizzo dell’immondizia usassero dei biodigestori piccoli! Un biodigestore di 5 mila per Frosinone, di 2 mila per Anagni, di 1500 per Patrica, non avvelenerebbero nessuno, non ci farebbero ammalare ulteriormente! Siamo una popolazione stanca, abbiamo già dato! Siamo passati dall’inquinamento di fabbriche e di industria bellica, all’inquinamento chimico, adesso a questa cosa schifosa dell’immondizia, per il profitto di pochi, perché non riusciamo a capire quale altro disegno possa esserci. Non c’è occupazione dietro al biodigestore, non ci stanno parlando di altre tipologie di fabbriche! È un’illusione che creano nella povera gente, in coloro che noi dobbiamo aiutare a capire e in questo continueremo. Come medici continueremo innanzitutto a fare informazione scientifica, ovviamente diciamo NO al biodigestore, parteciperemo all’assemblea pubblica di Anagni contro il biodigestore!

Il sindaco di Anagni ha parlato di svolta per la città con il biodigestore.

Cosa può dire il sindaco? Che porterà il gas alle case popolari e che metterà i pulmini a trazione col bio metano? E tutto il resto? E non abbiamo ancora considerato le puzze! Le popolazioni insorgono contro le puzze! Per il momento la normativa considera i male odori solo come generante di uno stato di alterazione psicologica, quindi un disturbo psicologico. Per i biodigestori si parla di emissioni fuggitive, che esistono, ci sono, inutile affermare il contrario! Per non parlare del problema delle acque. Ad Anagni c’è già il problema del RIR, il Rischio di Incidente Rilevante, perché è una zona Seveso. Concludo dicendo: in Regione Lazio qualcuno si sta prendendo la responsabilità di firmare per l’impianto di Frosinone, così come ha firmato per quello di Anagni. Non dimentichiamo mai che siamo Sin. Da noi non si doveva proprio parlare di altro! Se secondo certi sindaci il Sin è stato delimitato male, rifacessero la valutazione e poi però ci spiegassero come sono insorte certe malattie. Ci devono spiegare come mai il lindano è presente da noi e guarda caso fu anche oggetto di un’indagine da parte della Asl. Il lindano ammala le nostre donne di tumore al seno. Lo studio Eras del 2012 raccomandò di attenzionare la Valle del Sacco! Qui abbiamo i medici che dicono che la gente sta male, il Dep Lazio dice che c’è stato un aumento di mortalità e ci dice che l’andamento della mortalità giornaliera al mese di marzo 2021, ha registrato una variazione percentuale della mortalità totale di più 81% e poi invece c’è qualcuno che dice che stiamo bene!

La dott.ssa Teresa Petricca lancia un appello agli abitanti di Frosinone, quello di stendere un lenzuolo bianco alla propria finestra. “Il lenzuolo bianco significa dire no al biodigestore, no alla morte, no all’aumento dell’inquinamento, no alle malattie. Chi ha possibilità può scrivere anche direttamente NO AL BIODIGESTORE. Abbiamo già dato, ci devono lasciare in pace, non vogliamo rinunciare a vivere per l’arricchimento di pochi.”

Anna Ammanniti

Fonte: 07-07-2021 Tg24.info